mercoledì 28 ottobre 2009

Anni Zero

Cosa resterà degli Anni Zero?
Così titolava Rolling Stone di qualche mese fa con i Franz Ferdinand in copertina, così (pressapoco) si intitola un romanzo giovanilistico che dovrei leggere.
Beh, per quel che riguarda chi come me è nato nel 1980, e che coi decenni fa quindi cifra tonda, queste scadenze hanno maggiore peso. Se poi è il decennio che copre dai 20 ai 30 anni, la fascia di età più importante nella vita di ogni individuo, allora la faccenda si fa ancora più seria.
Ok, la mia risposta può non essere confortante, ma di fatto sono passati 10 anni e nessuno se n'è accorto.
E non pecco di banalizzazione o generalizzazione del mio pensiero con l'intero globo di Twenty-Something Europei Complicati (ultimamente mi piace definirmi un Giovane Europeo Complicato...).
Sono successe tante cose, la cronaca e la Storia lo testimoniano, ma ditemi se ognuno di questi avvenimenti ha provocato una reazione positiva o solo un lento oblio? In anni passati ogni fatto ha rappresentato una svolta, ora invece rappresenta un motivo in più per rimanere bloccati in una pantano celebrale dove ognuno si sofferma a focalizzare l'evento in sè e non a capire le cause o, meno ancora, a trovare il modo per risolvere il problema e a guardare avanti.
O peggio ancora, non vede, non sente, non pensa.
Il pantano celebrale, o Depressione, è stato il non-motore di questo decennio con troppi zero (che sia questo il problema???). Magari il problema è stato anche per la scarsa qualità musicale, specialmente in questi ultimi 3-4 anni. In effetti se per deprimerti ancora di più ti rifugi in canzoni e autori defunti da anni (spesso di propria prematura iniziativa) vorrà pur dire qualcosa?? Se poi come anti depressivo proponi l'Indie o l'Elettronica allora siamo in guai seri!!!
Noi prossimi ai 30 cosa abbiamo vissuto? Non abbiamo passato, il presente è quello che è, e il futuro pare ancora peggio. Abbiamo perso un treno che non abbiamo visto, che non c'è stato proprio (se non per i soliti pochi) o che non abbiamo avuto la fiducia reciproca per costruirlo da noi???

Quindi cosa fare?
La cosa positiva è che questa situazione ci ha fatto diventare dei pezzi di merda cinici e che quindi avremo sempre un sonoro distacco, una birra in mano e un dito medio alzato che ci farà passare indenni anche il prossimo decennio, lasciando ai nuovi 20enni l'onere di deprimersi e prendersi male, che tanto noi l'abbiamo già fatto, e pure meglio.

Ah ne sono certo, depressi così bene come noi, la Storia non ne vedrà più.

4 commenti:

filo ha detto...

musicalmente parlando trovo la mia dimenione nel rock fine anni 60-inizio 70,quindi sono nato decismente tardi... poi emerge quel lato problematico di cui parli che si rifugia nel metallo strapesante...personalmente penso che noi 30enni abbiamo più palle di quelli sui 40 che mi sembrano buttati nel nulla, quelli di 18-20 invece sono cresciuti dopo la moria dei valori e quindi non valgono niente, sono degli ignoranti e arroganti, ma senza poterselo permettere...

Anonimo ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=pIuOp1Y7V9s

ihopeyougetdeported ha detto...

non credo sia solo una questione di musica (diciamo che la musica riflette molto le situazioni sociali)
generazioni buttate nel nulla..approvo..anche gli attuali teenagers non scherano..
la maggior parte dei miei coetanei ha dei seri problemi con la realtà, non c'è un minimo di interesse per le cose importanti, basta fare l'aperitivo e piastrarsi il cervello davanti al gf..
sarò quasi fin troppo tradizionale io ma certe cose non riesco a capirle.

in ogni caso:

http://www.youtube.com/watch?v=L_amMbwtXAI

mattia ha detto...

A livello musicale, o artistico in generale, volevo proprio fare l'esempio che in tutto il mondo ci sono stati rarissimi nostri coetanei che si sono contraddistinti o che hanno fatto da traino per gli altri. Io partivo infatti dal concetto che si vive meglio la propria epoca, quando i tuoi miti hanno la tua stessa età. Quello che mi gira è che siamo in mezzo a teenager (o poco più) acclamati e senza qualità e 40enni che sanno solo vendersi bene.
E questo lo vedi in tutti gli ambiti, artistici, lavorativi e sociali.